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Bogolan making - Fase 3
SE IL SOLE NON SPLENDESSE, IL BOGOLAN NON CI SAREBBE
Come per ogni ricetta che si rispetti, anche quella del 'panno al fango' necessita non solo delle giuste dosi e della corretta tecnica.
Anche di tempi adeguati.
Infatti se gli ingredienti principali per la realizzazione del bogolan sono sostanzialmente tre, il cotone (sapevi che il Mali è il primo produttore di cotone in Africa?), il fango e i coloranti naturali, ne manca ancora uno.
O forse due.
Ogni immersione del tessuto nel decotto naturale corrisponde sempre alla sua essicatura all'aria aperta.
Preferibilmente al sole, steso per terra o appeso insieme ad altre pezze.
Più immersioni necessita il finimugou e più asciugature dovrà attraversare per giungere al risultato finale.
E ovviamente più intensa sarà la colorazione del bogolan.
L'ingrediente mancante?
Proprio lui, il sole.
Il sole gioca un ruolo fondamentale per avere un prodotto finale di alta qualità.
Gli atelier di produzione che si trovano in Mali dispongono solitamente di un ampio spazio esterno dove far asciugare i tessuti appesi ad un filo oppure stesi per terra, all'interno dello stesso atelier.
L'occhio è catturato da un immenso patchwork di colori: una esperienza straordinariamente intensa poter ammirare, anche se non ancora completamente terminate, queste meravigliose opere d'arte.
Da un lato potrebbe quasi sembrare che questo passaggio sia qualcosa di puramente tecnico.
Come a dire, prima lo si passa, meglio è.
Non è affatto così.
Questo step non è solo necessario, ma anche carico di significati non detti.
Ci fa assaporare il valore dell'attesa, intesa come ricompensa per gli sforzi compiuti sino ad ora e allo stesso tempo ci presenta il bogolan nella sua essenza più profonda.
Quella di opera d'arte.
Un quadro in tessuto e colori al 100% sostenibile che parla di tradizioni, culture, radici, retaggi storici e saggezze millenarie, donne e società.
Secondo le parole di Walter Benjamin: 'le opere d'arte portano con sè una potente memoria spazio-temporale chiamata 'aura', una specie di corredo cromosomico ineliminabile che permette di custodire il loro 'qui ed ora' nei secoli'.
Curiosamente, dopo giorni di duro lavoro, sacrifici e fatica, è come se ci si prendesse un pò di tempo per stare.
Il tempo.
Ecco l'altro ingrediente nascosto nella realizzazione del bogolan di cui però non è proprio possibile fare a meno.
Il tempo necessario per tutte le preziose fasi all'interno di questo lungo processo.
Una curiosità.
Come già accennato poc'anzi, se pensi che l'attesa che necessariamente è intrinseca all'interno della produzione di questo tessuto sia qualcosa di superfluo, ti sbagli.
Per capire meglio perché dobbiamo scomodare la concezione di 'tempo' che ha la popolazione africana, e forse più in generale tutti i popoli del sud del mondo.
Il tempo innanzitutto è qualcosa di relativo, non è scandito forzatamente da orologi o cellulari.
Ma è la vita stessa.
Senza di lui nulla accadrebbe.
Non è nemico, come spesso capita di credere nei paesi occidentali.
E’ un potente alleato per la realizzazione dei propri obiettivi, per la maturazione della propria personalità e per il raggiungimento di qualsiasi traguardo della propria esistenza.
Venerata ed allo stesso tempo addomesticata, la cronologia delle nostre vite si trasforma in imprescindibile compagna delle nostre avventure senza per questo motivo che debba mettere i bastoni tra le ruote (o tra le lancette!).
Anzi, tutto il contrario.